Interessi Convenzionali

Gli interessi convenzionali sono degli interessi concordati tra il debitore e il creditore in forma scritta in occasione di un prestito. Sono ad esempio interessi convenzionali quelli stipulati tra chi richiede un mutuo e una banca.

Vale la pena di ricordare che gli interessi sono una quantità di denaro che un creditore riceve da un debitore come remunerazione per il suo servizio, ossia per il fatto di concedere al debitore la possibiltà di avere a disposzione una somma di denaro per un certo periodo di tempo. Sono calcolati tramite un tasso di interesse (o saggio), cioè una percentuale del capitale ricevuto dal debitore. 

A differenza degli interessi legali, che sono gli interessi che un creditore ha diritto di richiedere, a prescindere da un accordo scritto tra le parti, quelli convenzionali devono essere stabiliti da un accordo scritto. In caso di mutuo, tale accordo è detto atto di mutuo, ed è siglato al termine di una serie di procedure di verifica da parte della banca rispetto al richiedente e al bene che si intende porre a garanzia del credito. 

Le due parti possono accordarsi liberamente, a patto che gli il tasso degli interessi non superi il valore del tasso usurario, così come stabilito dalla Banca d'Italia. Nel caso in cui il tasso di interesse venga considerato usurario, allora il contratto di mutuo è considerato illegittimo e il mutuatario (chi ha ricevuto il mutuo) deve rimborsare alla banca solo il capitale ricevuto ed esonerato dal pagare alcun interesse. 

Per quanto riguarda la determinazione del tasso usurario, questo è regolamentato ai sensi dell’art. 2, comma 4, della legge n. 108 del 7 marzo 1996, e come modificato dal decreto-legge n. 70 del 13 maggio 2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 106 del 12 luglio 2011. Tali leggi stabiliscono che il tasso degli interessi convenzionali non possa essere superiore di un quarto (più un margine di 4 punti percentuali) rispetto al tasso medio globale rilevato dalla Banca d'Italia. 

In pratica, è considerato usurario un TAEG che supera del 25% più quattro punti percentuali quello medio operato dagli altri istituti di credito. Ogni trimestre, la Banca d'Italia pubblica una tabella che contiene i tassi medi globali rilevati per i diversi tipi di prestiti e il relativo valore oltre al quale scatta l'usura. 

Il TAEG, cioè il Tasso Annuo Effettivo Globale, non comprende solo gli interessi convenzionali, ma anche altre spese che la banca addebita al creditore, e che includono costi di assicurazione, spese per l'istruttoria, spese per le perizie, spese notarili, ecc. 

Ultimo aggiornamento 18/10/2019

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