Abitabilità

L’abitabilità è l’idoneità di un immobile a essere abitato, cioè a fungere da abitazione, in conformità con la legge. Perché un immobile sia considerato abitabile devono esistere una serie di condizioni, senza le quali non può essere utilizzato come abitazione. 

Per dimostrare che un immobile è abitabile occorre ottenere un certificato di abitabilità. Quest’ultimo è un documento rilasciato dal Comune in cui si trova l’immobile, che certifica lo stato dell’impianto fognario e di quello idrico, il rispetto delle norme di sicurezza, la conformità alle norme in materia di risparmio energetico, le volumetrie e la distribuzione delle varie stanze.

Quando si acquista una casa, è indispensabile che il venditore possa fornire questo certificato. Il certificato va richiesto in tre casi:

  • In caso di nuova costruzione.
  • Se vengono effettuati lavori di ricostruzione o soprelevazione (sia totali che parziali).
  • Se su un immobile già esistente vengono fatti dei lavori che modificano le condizioni originarie.

In pratica, il certificato serve se l’immobile è di nuova costruzione o se ha subito dei lavori molto importanti di ristrutturazione

Ecco ora come si fa per ottenerlo: 

  • Entro 15 giorni dalla fine dei lavori, occorre presentare la richiesta allo Sportello Unico del Comune dove si trova l’immobile in questione. Se non si adempie a questo obbligo si può incorrere in una multa fino a un massimo di 464 euro.
  • Occorre presentare la seguente documentazione: ricevuta del catasto riguardo alla documentazione sui lavori effettuati; dichiarazione (autocertificazione) in cui si afferma di aver rispettato il progetto già approvato e di aver consegnato l’immobile in stato di salubrità; una dichiarazione da parte delle imprese che hanno lavorato sull’immobile e attestante la sicurezza degli impianti; la documentazione relativa al collaudo statico dell’immobile; la documentazione che certifica l’adozione di misure per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
  • Esistono poi altri eventuali documenti che possono essere richiesti sulla base della normativa regionale in vigore.
  • L’ASL quindi procederà ad effettuare un’ispezione e a dare la sua approvazione o il suo diniego.
  • Entro 30 giorni dal parere dell’ASL, secondo la regola del silenzio assenso, questo si ritiene accettato dal Comune. 

Se un immobile viene venduto senza il certificato di abitabilità, l’acquirente ha diritto a richiedere un risarcimento per danni al venditore. Nel caso in cui l'immobile sia stato edificato prima dell'entrata in vigore della 'Legge Ponte' - 1° settembre 1967 - è lecita la compravendita anche per immobili sprovvisti di certificato di abitabilità, purchè venga fatto espressamente richiamo alla stessa legge nell'atto di vendita.

Ultimo aggiornamento 27/08/2019

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